
Cosi come le imprese familiari, gli imprenditori sono spesso uno diverso dall’altro. Quando viene richiesto un intervento in ambito “passaggio generazionale”, il primo step è quello di cercare di capire al meglio entrambi, identificando fin da subito le molteplici connessioni che hanno portato alla relativa caratterizzazione in modalità “bidirezionale”.
Ciò ovviamente esula dal tipo di azienda e/o di mercato; si parla di una simbiosi unica modificata, maturata e consolidata col passare del tempo; per questo motivo, soprattutto in settori maturi, le nuove generazioni, entrano in un contesto che è spesso cristallizzato.
Qualche tempo fa siamo stati chiamati da un imprenditore – al solito – profondo conoscitore della realtà industriale che aveva creato e dei più stretti collaboratori; le sue peculiarità erano una vasta cultura e competenza in ambito tecnico e l’amore per la matematica che lo facevano sentire a suo assoluto agio tra numeri, schemi e formule.
I 3 figli presenti in azienda non avevano seguito un percorso prestabilito e/o finalizzato, avevano scolarità, situazioni familiari, ambizioni e desiderata diversi ed erano in azienda perché “dovevano fruire in egual modo ciò che il padre aveva creato” e comunque ciò era ritenuto una garanzia per la continuità dell’azienda stessa.
L’ingaggio sarebbe stato a suo dire semplice e puntuale: ritenendo di aver molto tempo a sua disposizione per eventuali successive implementazioni, voleva “solo” sapere come impostare il primo passo ovvero come riuscire a guardare e valutare i propri figli in modo pragmatico vs la continuità aziendale.
Vista la persona, per entrare in sintonia con lui dovevamo trovare una modalità di presentazione degli argomenti ingegneristica, meglio ancora geometrica ovvero “visualizzabile”.
Nulla di meglio di un tetraedro regolare che gli regalammo a stretto giro, invitandolo a tenerlo sulla scrivania, osservandolo, giocandoci, muovendolo ed appoggiandolo di volta in volta su una faccia diversa acquisendone una sorta di familiarità.
Volevamo che da semplice oggetto diventasse per lui uno strumento utile; e così è stato.
La commissionata richiesta era “visualizzabile” in quel solido in cui ognuno dei lati rappresentava le 4 dimensioni fondamentali nella selezione/valutazione di un collaboratore: abilità, carattere personale, competenze e motivazioni/aspirazioni, mentre la sfera ad esso inscrivibile avrebbe dovuto tener conto della condivisione dei valori e degli ideali aziendali,
De facto lo abbiamo guidato all’interno della sua “confort zone” ad un’unica modalità di approccio verso i tre figli per arrivare poi a visualizzare e caratterizzare tre tetraedri di dimensioni diverse (due dei quali non regolari).
Con il nostro supporto, tale metodo ha permesso di confrontarsi all’interno di tutta la famiglia in modo omogeneo, identificando i percorsi di miglioramento/crescita ed i passi di tipo organizzativo e societario necessari volendo intraprendere il passaggio generazionale tra/con loro condiviso.